Correva l’anno…

Correva l’anno….. un anno ormai risalente al secolo scorso, addirittura al millennio scorso, quando mi avvicinai al mondo della speleologia.
Poco tempo dopo scoprii il fascino del mondo della speleologia glaciale, una ‘disciplina’ ancora un po’ sconosciuta e per pochi.
E poco tempo dopo ancora, mi ritrovai ad un grande tavolone con intorno a me qualche amico, e personaggi ‘storici’ della speleologia italiana.
Nacque cosi’ il ‘progetto Speleologia Glaciale’, una sorta di intergruppo che aveva come intento il formare gente in grado di muoversi in sicurezza, o meglio CONSAPEVOLEZZA, sul magico, ma insidioso quanto delicato, ambiente glaciale. La ricerca su alcuni ghiacciai del nord Italia e confinante Svizzera, serviva per cercare, mappare mulini glaciali, bedière, cavità endoglaciali,e monitorare lo stato di salute dei ghiacci alpini. Nacque anche una piccola collaborazione con il Servizio Glaciologico Lombardo.
Da allora, nonostante i miei problemi di circolazione periferica, mi avventurai più volte e con sempre maggior curiosità verso questi ambienti tutt’altro che ospitali.
I ricordi indubbiamente mi portano ai -30°Centigradi di qualche anno fa, poco oltre confine. Il solo pensiero mi fa ancora rabbrividire! Iniziai la mia attività frequentando il primo corso di ‘glaciospeleologia’ organizzato in Italia. L’anno successivo lo rifeci ma in veste di ‘ospite’ come fotografo.

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I miei ghiacciai preferiti, quelli in qualche modo più comodi erano il Ghiacciaio dei Forni in alta Val Furva ed il Morteratsch, del gruppo del Bernina.

I Forni, maestoso, ricco di storia e pregno di sanguinari aneddoti, Camminarci sopra vuol dire incrociare e meditare su decine di reperti bellici. I ramponi si conficcano nel ghiaccio sfiorando sassi e frammenti di granate esplose durante la Grande Guerra.  le viti perforano quel ghiaccio che conserva i destini e le speranze di giovani caduti e dispersi. Ritrovare un semplice tratto di filo spinato o una scatoletta di carne vuota, vuol dire affrontare lo sguardo di chi ancora aspetta una degna sepoltura e giace tra i freddi e solidi ghiacci. Sfiorare bombe inesplose o trovarsi tra le mani schegge mostruose di ‘Schrapnel‘, che sembrano ancora odorare di sangue ed anime. Sconcertante. Tumultuosi pensieri si srotolano nel vuoto, come bianche slavine che travolgono i sentimenti e la coerenza.

Esperienze veramente toccanti.

 

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Morteratsch, vicinissimo alla super lussuosa e rinomata Saint Moritz. Un angolo di paradiso tra ardite cime. Il sentiero di avvicinamento era semplicissimo, lo percorsi decine di volte, a piedi o in bici, in tutte le stagioni. C’era un enorme cavità alla fronte ed anni fa vi allestirono un alternativo Pub dove servivano cocktail ghiacciati ed ovviamente costosissimi.

Lungo il sentiero, delle colonnine indicano il limite raggiunto dal ghiaccio nei vari decenni, dal 1880 ad oggi. Bene o male distano quasi tutte poche decine di metri una dall’altra: 1880, 1900, 1920, 1940…fino al 1980. Per arrivare al 2000 bisogna camminare diversi minuti. Un po’ di più ancora per raggiungere il 2010. altrettanto per il 2015. Il sentiero finisce ed inizia la morena glaciale, difficile muoversi con i sassi in bilico, in continuo movimento, i corsi d’ acqua fragorosi che scendono a valle ed ostacolano il cammino. Una buona mezz’ora dopo si riesce a metter piede sul ghiaccio. I primi 10 centimetri di spessore sono inconsistenti, friabili, farinosi. Il plateau è totalmente solcato di bedière dove l’acqua corre rumorosa e limpidissima, per poi sprofondare in grossi mulini che spesso raggiungono il fondo del ghiacciaio e scorrere verso valle aiutando ulteriormente il movimento plastico della massa di ghiacci.

 

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L’aria intorno è fresca, limpida. Le cime sono delle presenze meravigliose, in un contesto alpino tra i più apprezzati nel mondo. Sembra di respirare la bellezza e la pace del luogo, sentendosi in armonia con tutta la valle. Nessun rumore a disturbare la quiete.

 

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Poi i Ricordi mi portano a quando finito il sentiero potevo accarezzare il ghiaccio blu ed apprezzarne le variegate sfumature. Ora Morteratsch Gletscher sembra un corpo agonizzante, Un polmone che sta esalando l’ultimo respiro, Un gelato al sole. Ed il bambino che lo vorrebbe assaporare non ha il tempo di gustarlo ma lo vede sciogliersi tra le dita.

Il ghiacciaio dei Forni è diventato praticamente un ghiacciaio nero, ricoperto dalla sua stessa morena .  L’elenco dei fantasmi è lungo ed in aumento, Pizzo Stella, Ventina, Mar de Glace, Miage, Glacier blanc, e via dicendo, tutti corpi sofferenti che nulla possono contro il caldo in costante aumento

Inutile  e fuori luogo polemizzare o puntare il dito.

Inutile cercare Ora di correre ai ripari.

Importante forse documentare e studiare. Educare ed Informare.

 

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(È inutile preoccuparsi per ciò che è successo in passato, dato che non lo possiamo cambiare. Forse però possiamo imparare qualcosa dal passato per vivere meglio oggi e in futuro, senza smettere mai di porci delle domande e di metterci in discussione – cit.)

“Impara dal passato, vivi nel presente, spera nel futuro. L’importante è non smettere mai di farsi delle domande”. (Albert Einstein)

Correva l’anno…ultima modifica: 2019-09-30T23:35:20+02:00da vividistinto
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