Ricordi Oscuri

Purtroppo di tanto in tanto devo dare ragione a pallino. Quando  ancora lo conoscevo ben poco, tanti anni fa chiacchierando, lui esordì con una affermazione, tipo ” uno….non è che Diventa  speleologo, ma ci nasce. Ma non ne è cosciente, finché incontra gente che condivide le stesse idee, seppur strambe che siano. E scopre di far parte di una comunità , un modo di vivere, un mondo a se stante.”
Ed alla fine succede così.
Da bambino andavo a cercare i posti più  impensabili dove andare a curiosare.
Cunicoli, case abbandonate, cantine, anfratti fra le rocce. Ogni occasione era buona per cercare di soddisfare la mia curiosità verso posti sconosciuti. Ero all’asilo quando per la prima volta mi ritrassi in mezzo al deserto a scavare tra la sabbia in cerca di uno scheletro di tirannosauro. Campeggiava la scritta-esibita poi durante una passeggiata in paese ” da grande farò l’archeologo”…
Poi arrivò la passione per i fossili ed i minerali. Ero in terza elementare. La maestra di allora ci disse che sulle nostre vicine montagne si celavano i resti di un passato estremamente remoto. A quale bimbo non ha affascinato almeno una volta un racconto o semplicemente un disegno raffigurante dinosauri mostruosi e mondi scomparsi, cancellati dal tempo? Non passò più di qualche giorno, la domenica stessa mio padre mi portò per la prima volta all’Alpe del Viceré. Incrociammo un sentiero e lungo il percorso trovai curiosi personaggi che cercavano tra i sassi. Io sono sempre stato estremamente timido ed in quel periodo avrei esitato a chiedere anche solo un bicchiere d’acqua a mia sorella. Ed invece li sul posto, di mia iniziativa, colpito da una illuminazione chiesi: “cercate fossili?” ed ovviamente la risposta fu positiva. Mi fecero vedere come erano fatti i fossili che si trovavano li, e nel giro di pochi minuti l’occhio cadde su un sassolino di forma curiosa. Chiesi quindi un consiglio e gli esperti mi dissero ” si certo! Hai trovato il tuo primo fossile”
Inutile specificare le emozioni che si susseguirono.
Ma il sentiero proseguiva, fino ad arrivare ad un posto veramente impensabile da qualsiasi punto di vista. Era il Buco del Piombo.
Un vecchietto barbuto e burbero offriva biscotti e grappa nardini, oppure brick di succhi di frutta per i bambini. Ci diede delle fiaccole e ci accompagnò all’ingresso. Mio padre guidava il gruppo, mia cugina Valeria mi seguiva. Io ero in estasi. Arrivati ad un bivio potemmo osservare delle ossa di orso delle caverne fra le rocce ed un laghetto, qualcuno sostenne che erano dei falsi. Io comunque ero al settimo cielo.
Gli anni passavano veloci e dalle miniere della valle Imagna, ci spostavamo a quelle abbandonate del pian i Resinelli, e per la maggior parte delle volte a Piona nelle vecchie cave di pegmatite.
Nel frattempo erano fioccati libri di mineralogia, paleontologia, montagna…..un universo di emozioni racchiuso in pagine e fotografie.
Nuove gite anche in solitaria mi riportarono più volte al buco, un posto di cui rimasi sempre innamorato.
Ma la voglia di novità mi portò anche al Pian del Tivano dove con l’amico Christian mi avventurai nei profondi meandri del buco della Niccolina.
Assolutamente senza attrezzature, avevo un casco da arrampicata con montato sopra delle lampadine e meccanismi improbabili, una scala di corda che mi ero inventato e un cordino di una ventina di metri. Il mio amico in jeans e Nike-Air con una torcia in mano.incontrati buffi personaggi -speleologi veri- che ci accompagnarono  all’ingresso della grotta e quando arrivati al punto che poi scoprii chiamarsi “Smegma” loro ci sberleffarono dicendo cose tipo ” ma siete già stanchi, avete paura?” E noi giù a capofitto marci di fango e acqua a rincorrere questi personaggi. Ad in certo punto li perdiamo di vista e ci districhiamo a fatica in questi cunicoli, arrivati poco prima del lungo meandro prima del P8 e decidiamo di tornare indietro.
Avventure bissate poi col mio miglior amico Darko nelle settimane a venire.
Entusiasti il week successivo, in bici arriviamo al buco del piombo. Il vecchietto non c’è più. Altri curiosi personaggi mi introducono ad un nuovo mondo. Si chiamano Adolfo e Marco.
Per prima cosa mi cazziano pesantemente per queste mie avventure in solitaria, poi mi presentano altre occasioni… Frequentare le grotte con loro.
Come dire di no?
Il sabato mi trovo con Marzio e Daniele, al buco poi troviamo altri speleologi non certo alle prime armi come me.
L’obbiettivo del giorno è fare una revisione del ramo sud ovest.
Emozioni indelebili segnarono quel giorno.
Loro stessi mi consigliano di frequentare un corso base di speleologia, ma prima di partecipare al corso vero e proprio mi do da fare con loro in altre prime forme di esplorazione sempre nella zona del Viceré. Arriva poi anche il tempo della Grigna e l’emozione delle grotte in zone completamente diverse da quelle poche che conoscevo fino ad allora.
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I personaggi conosciuti fino a quel momento sono veramente un pantheon di bizzarrie, ci sono anche Aldo, Francesco,Rizzi,Ambrogino, il Negher, Lontra il Carlett e via dicendo. Ci si trova in settimana ad ascoltare i racconti epici di Marco che con la sua pacatezza riesce ad infuocare i nostri sogni. Dolfo invece condisce il tutto con il suo umorismo e sarcasmo di battute improbabili ed aneddoti agghiaccianti.
Avventure e disavventure condivise. L’appendice, il ramo sud ovest, il cunicolo sud, i rami nuovi, il ramo degli Alchimisti, la grotta del nonno, una nube di nomi legati a situazioni o ricordi, una miscellanea di ore ed ore di buio, in compagnia delle nostre fioche luci e tante risate. Acqua, fango e freddo. Buon vino e fetidi panini imbottiti di affettati ed argilla. Ricordi indelebili che riecheggiano nei meandri del nostro piccolo mondo nascosto.
Ricordi Oscuriultima modifica: 2019-09-21T10:44:02+02:00da vividistinto
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