Concourso Internacional de Fotografia de Flora y Fauna Cavernicola

Vorrei raccontare una storia che non c’entra nulla ma mi serve per introdurre un argomento ostico e bistrattato. La fotografia in grotta.
Recentemente ho avuto la possibilità di visitare Mammoth Cave, la grotta piu lunga del mondo. A guidarci, un ranger locale (ma greco di origini), una persona splendida e iconica, ci accompagna negli immensi meandri della grotta al primo limite storico delle esplorazioni. Sul soffitto campeggiano alcune scritte lasciate proprio dai primi esploratori che vollero così testimoniare le prime conquiste.
Dopo aver acceso una lampada ad olio il ranger spegne le luci elettriche. I turisti stupiti si rendono conto del buio che li circonda. Usando questo escamotage il ranger da una prima idea di com’è realmente l’ambiente ipogeo. La sua voce si fa sempre più grave ed i racconti affascinanti, poi accende un mozzicone di candela. Ora il pubblico si rende conto di quali erano le vere difficoltà di esplorazione, quando  personaggi coraggiosi ma spesso impreparati, lanciavano sassi nell’oscurità per sondare terreni invisibili e baratri sconosciuti, celati dalle tenebre eterne. Con un soffio, il ranger spegne la candela ed è il BUIO TOTALE.
Silenzio.
Stupore.
Ecco questa è la grotta.
Spesso e volentieri durante le fasi di esplorazione delle centinaia di grotte che sono state scoperte negli anni, quasi nessuno – per una serie infinita di motivi giustificabili – si prendeva la briga di realizzare qualche scatto che testimoniasse quanto realizzato nelle faticose uscite di ricerca.
Col passare degli anni i ricordi sono sbiaditi, la gente ha dimenticato e nel trambusto odierno molte cose sono andate perdute.
Le pochissime fotografie giunte ai giorni nostri spesso sono “uribili” confuse, nebbiose, sbiadite. Sono passate tra le mani di generazioni che le hanno toccate, sognate, scansionate o semplicemente abbandonate in un cassetto, infilate in un libro ingiallito,  dimenticato su una polverosa libreria o più banalmente buttate.
Rare quanto importanti. Mentori di spedizioni epiche o semplicemente gite domenicali. Ma testimonianze uniche ed insostituibili.
Mi è stato chiesto di scrivere di quando vinsi il primo premio di un concorso internazionale di fotografia. In realtà non è che ci sia molto da scrivere…
Sono sempre stato appassionato di fotografia, ma diciamo che 20 anni fa era certamente diverso da questo periodo dove il digitale sembra soverchiare qualsiasi altro modo di vedere le cose.
Questa passione, la sento forte dentro me, indubbiamente. Ma non è un ossessione….io non sono un tecnico informato su qualsiasi tipo di innovazione tecnologica, non sono un cultore di storia della fotografia. Non sono un osservatore acuto a cui non sfugge il minimo difetto di composizione. Possiedo una serie di obbiettivi obsoleti, e i flash che utilizzo in grotta li ho modificati per le mie esigenze personali. Quello che ho pagato di più mi è costato qualche decina di euro. Ho quasi abbandonato la pellicola perché ormai pochi competenti la sviluppano più e chi lo fa, diciamo che … Dovrà pure guadagnarci qualcosa….. Insomma mi sento un uomo delle caverne in tutti i sensi.
Ma ho avuto un buon maestro. E da lui ho imparato ad esprimere i miei sentimenti attraverso la fotografia.
Fino a pochi anni fa, centinaia di scatti finivano archiviati con la scusa del ricordo o del “prima o poi tornerà utile”, poi mi è stato insegnato a selezionare, scegliere, buttare, osservare e approfondire lo sguardo.
Inutile divagare sul fatto che la maggior parte delle foto che ho fatto in grotta le ho scattate in solitaria- a nessuno piace stare in posa per mezz’ ore al freddo e al buio ad aspettare un ok che non arriva mai- gli unici che mi danno retta sono Elena ed appunto Cesare.
Ed un bel giorno leggo di questo piccolo concorso organizzato da amici spagnoli.
Ormai la mia attività in grotta è ridotta ai minimi termini, ma ci sono grotte che si prestano perfettamente anche a questa situazione.
E quel giorno chiedo ad Elena di accompagnarmi per un giro in una delle nostre grotte preferite, la piccola grotta del Nonno, esplorata ormai tanti anni fa e mai dimenticata.
Lo scopo del concorso è divulgare la conoscenza della fauna ipogea.
Io non ho obbiettivi adatti alla macrofotografia, ma ho un vecchio Nikon che simula la funzione macro, unico difetto è la messa a fuoco obbligatoriamente manuale.
Chi ha provato a fotografare il buio delle grotte, ben conosce le difficoltà di riuscire a trovare una luce artificiale  che non distrugga ogni singolo scatto e lo trasformi in un plasma di onde confuse, piuttosto che in nebulose oscure e variegate nubi di vapore……
La giornata inizia alla ricerca di vita, non sembra ma anche se in grotta  gli esseri viventi non mancano, certo trovarli non sempre é cosa semplice.
Dopo vari giri e osservazioni scrupolose ecco apparire qualche traccia di (…) Piccoli ragnetti troglobi estremamente piccoli, fragili, nella loro leggiadria funambolica, appesi a sottilissimi fili  di ragnatela visibili solo da occhi allenati.
Qualche scatto, e dopo le prove migliora la luce e giunge l’ora di migliorare anche l’inquadratura. Altri scatti e il risultato mi piace.
Ma non abbastanza. Le foto mi sembrano leggibili, intriganti, magari papabili x una brochure o depliant, ma nulla più.
Siamo quasi rassegnati ed Elena fatica a sostenere le mie idee.
Abbandoniamo.
Lei decide di risalire il primo pozzo per prima, poi le farò armare meglio l’uscita visto che la corda sfrega un po’.
Io aspetto fuori dalla verticale del pozzo.
Ed ecco che mi casca l’occhio su una concrezione con ciuffetti eccentrici che arrancano nel buio.
Su una  di queste infiorescenze un leggero movimento attira il mio sguardo.
Si tratta di un Polydesmus che brancola nel buio, guidato dalle sue lunghe antenne e spinto dai suoi sensi acuti, alla ricerca di cibo. Si tratta di un piccolo “centopiedi” completamente bianco, addirittura trasparente, privo di pigmenti e di occhi.
Corro a svuotare il sacco dove ho appena riposto la macchina fotografica avvolta in vari strati protettivi anti urto e anti umidità. Apro velocemente il barilotto chiedendo ad Elena di tornare alla base del pozzo velocemente per aiutarmi con le luci.
Lei in un attimo mi raggiunge e comincia ad insultarmi ancora più di prima…
Col cavalletto non riuscirei ad inquadrare la bestiole, tento quindi qualche scatto a mano libera ma il miriapode è lesto  gironzola continuamente senza sosta. Elena nel frattempo si prodiga per puntare flash nella direzione che vorrei.
Qualche scatto, poi il Polydesmus decide di cambiare strada e se ne va. Non me la sento di insistere, ne con lui ne con Elena.
Usciamo, disarmando la grotta.
A casa le foto dei ragnetti non mi dispiacciono, quelle al Polydesmus sono quasi tutte sfocate, ma una mi ispira fiducia. La stalattite è completamente sfocata a causa delle focali utilizzate, le zampe si vedono in movimento, ma la composizione ha qualcosa in più.
Chiedo consiglio ad un gruppo di amici ed i commenti sembrano positivi, le foto ormai son spedite in Spagna e male che vada mi prenderò il solito pollice verso.
Il lavoro mi porta oltreoceano ed una bella mattina, in differita di diverse ore ricevo una mail che la foto del Polydesmus è in finale con altri 11 fotografi.
Sono alle stelle, posso fermarmi qui, non mi interessa andare oltre.
Passa qualche giorno e un freddo mattino del Wisconsin, attanagliato da temperature estremamente rigide, sono in collegamento con Skype con Elena che chiede informazioni sul concorso. Apro la posta elettronica e vedo una mail da Villacarrillo, non me la sento di aprirla so della delusione che potrebbe accompagnarla, ma dopo un po’ di indecisione apro l’allegato.
É l’attestato per il vincitore. C’è il mio nome in neretto.
Un attimo di piccola esaltazione, ringrazio Elena e….me ne vado a fare colazione, un altro giorno di lavoro aspetta….
Grazie a Cesare, maestro di fotografia e di vita…
Grazie alla pazienza di Elena….
Grazie al modello, piccolo abitante di questo mondo magicamente oscuro….
Cattura acqua
Concourso Internacional de Fotografia de Flora y Fauna Cavernicolaultima modifica: 2019-09-21T09:58:01+02:00da vividistinto
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