IMPROVVISAZIONI

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Il tempo del lavoro è sempre più frenetico, invasivo, assillante. Il tempo del riposo sempre più effimero e vago. I pensieri non sono mai liberi se non che occasionalmente. La famiglia si prende tutto il tempo libero rimasto.

Le passioni sciamano, si assopiscono. Per farle rinvigorire come la scintilla che rinfiamma la brace, basta un istante. Un pensiero.

Credevo di conoscere la zona abbastanza bene dopo anni di peregrinare su e giù. Ma tutte le volte mi devo ricredere e basta una breve uscita per scoprire ciò che ai miei occhi è l’equivalente di un mistero recondito,uno scrigno da aprire, un libro da scrivere.

La notte finisce troppo tardi, la Via Latte da fotografare al buio totale, per me è una attrazione troppo forte. Sono le 02:30 quando rientro in casa dopo aver girovagato ad oltre 2300m di altezza nell’oscurità più nera della notte più profonda. Sono le 06:30 quando riapro la porta per uscire di nuovo di casa.

Albeggia e la temperatura si sta alzando. Il bosco è silenzioso e fatato. Adoro la solitudine di questi momenti. E’ una solitudine che non svuota il cuore ma lo riempie, una solitudine che consola, che ammalia, che protegge.

Le anime del bosco sono silenziose, istintive, impalpabili ma tangibili. In certi momenti riesco a farne parte e divento un tutt’uno con loro. Rievocata l’antica armonia, risaldati i vecchi legami, la Madre Terra chiama a se i suoi figli. Come figliol prodigo mi sento tornato a casa, e di nuovo protetto. Luce di rinascita, silenziosa melodia, etereo contatto con la Vita.

La meta di oggi la detterà come sempre quello che chiamiamo “caso”, destino, esistenza. Mentre curioso nel bosco mi imbatto in alcuni buchi, sfondamenti nel solido terreno, nascosti da fitta vegetazione, ovviamente la innata curiosità mi spinge a ficcarci il naso. In uno degli sfondamenti, simile all’inizio di un pozzo intasato da detriti, si percepisce una leggera corrente d’aria. intravedo un carabide troglifilo al riparo dall’incedere del freddo. Ma dopo aver velocemente fotografato gli ingressi, poi posizionati a GPS, il passo procede ben oltre. Il cammino si inerpica faticosamente. Mi imbatto nuovamente nell’ “Antro dei Pirati”, la breve grotta dedicata a mio figlio. Subito mi adopero per rilevarla. Con bussola, eclimetro e qualche sbindellata riesco a segnarmi  gli appunti necessari per ricreare un rilievo cartaceo da mettere in archivio. Pochi metri, poca vita. Trovo in questo spazio celato dal sole e dal gelo almeno due specie di aracnidi, un opilione, un miriapode. Poche altre tracce di vita qua e la. Qualche foto per documentare meglio il lavoro, poi una coppia di funghi in prossimità dell’ingresso distoglie la mia attenzione. Già che sono li colgo qualche pigna di odoroso pino mugo ed il cammino riprende. Il sentiero scende verso valle, una traccia nella foresta mi attrae. Dopo pochi minuti mi imbatto in altre cavità riccamente concrezionate che mi ricordano grotte e sorgenti pietrificanti.. Poi l’imponente ingresso di una cava di marmo locale. Un giro di rito all’interno ed intanto osservo, raccolgo campioni di minerali, rocce, scatto fotografie. Poi l’orologio mi ricorda che devo rientrare alla base.

Ma il pomeriggio serberà altre sorprese…

IMPROVVISAZIONIultima modifica: 2019-08-28T22:28:29+02:00da vividistinto
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