Il Tuono

made-2

 

 

Un Rombo, sommesso, lungo e cupo. La valle trema.

Ecco ciò che un escursionista non vorrebbe mai sentire. Soprattutto mentre si trova a chilometri da un possibile riparo e ben sopra i 2000 metri. In quota.

Mi guardo intorno: la valle è magica. Aperta, vasta, immensa. Le guglie davanti a me ancora distanti. Il sentiero stretto ed impervio cade a picco, affiancato da un imponente torrente. L’acqua spumeggiante ribolle in una corsa folle verso valle.

Mi guardo intorno: il cielo si sta incupendo, sembra il crepuscolo. Le nuvole corrono veloci, minacciose avvolgono le cime. Le stringono in una morsa umida e gelida. Le guglie sembrano scomparire, le creste taglienti evidenziate dal contrasto di colori, luci ed ombre.

Mi guardo intorno: niente più animali. Tutto tace. A parte il torrente. Di nuovo un rombo echeggia, meno lontano di prima. So bene come funziona in questi momenti. La voglia di proseguire è immensa. La meta lontana. La decisione da prendere una sola.

Mi guardo intorno: l’aria cambia da un momento all’altro. Crolla la temperatura. Lo sbalzo di pressione aumenta la velocità delle nuvole che cominciano ad abbassarsi rapidamente.

Non sto seguendo un sentiero chiaro e sono in una zona che conosco ben poco. Viste le circostanze immagino che la pioggia sia imminente. Ripongo nello zaino binocolo, cellulare e cose fastidiose che ho addosso, stringo gli spallacci e giù!

Ciò che ci distingue dagli animali secondo me, non è tanto l’intelligenza, opinabile, ma l’istinto. E gli animali si fidano, anzi Vivono d’istinto. Ed esperienza. Quando un camoscio, facile preda per molti carnivori, bruca l’erba sui pendii più scoscesi, lo fa placidamente. Le energie vanno mantenute per l’eventuale fuga.

Io stavo dando tutto nella salita, lo zaino ad ostacolare ulteriormente il gravoso lavoro di gambe, ed il corpo è stanco. Proprio nel momento del bisogno.

Ma ora giù!

Mi guardo intorno: la discesa è ripida ed impervia, la traccia da inventare. I sassi minacciosi, le possibilità di scivolare molto elevate.

Ma comunque giù!

E si va giù. Le gambe col cambio di ritmo e lavoro, fanno male. Ma giù! Le gocce cominciano a bagnare le lenti degli occhiali, sono ancora rade ma fredde. Il sentiero scorre veloce sotto gli scarponi. Di tanto in tanto un rallentamento. Sudore e pioggia cominciano a mischiarsi. La meta di oggi sempre più lontana. Sfumata.

O meglio la prima tappa sfumata. La vera meta di oggi era forse proprio raggiungere la macchina, col tuono ormai alle spalle. La montagna può aspettare, non ha bisogno di me.

Sono io ad aver bisogno di lei.

Il Tuonoultima modifica: 2019-08-27T00:17:57+02:00da vividistinto
Reposta per primo quest’articolo