ITER SUB TERRAE

ITER SUB TERRAE

Di Emanuele Citterio

Per chi non conosce le grotte è difficile cercare di capire ciò che spinge alcuni ad interessarsi ad esse.

Già parlarne è difficile, scriverne è peggio.

Potessi dirti quello che nemmeno posso scriverti

esiterei nel farlo

Si è così, se uno non si è mai avvicinato all’ambiente ipogeo è difficile spiegare ciò che potrebbe sembrare follia per alcuni.

Chi le grotte non le conosce le evita

Chi le grotte le frequenta, li vi trova riparo, sicurezza, cibo. Pensiamo ai nostri antenati che dovevano affrontare lunghi inverni gelidi, o semplicemente dovevano difendersi da animali selvatici o tribù ostili. Pensiamo a quelle miriadi di animali (più o meno conosciuti) che vivono in grotta o semplicemente la frequentano.

Qui gli argomenti si complicano.

E poi pensiamo a chi invece le grotte le Studia, e di conseguenza le frequenta.

Le grotte possono apparire semplicemente come dei buchi oscuri che si aprono qua e la sulle montagne, meglio stargli alla larga, evitare di caderci dentro!

Poi a volte è sufficiente avvicinarsi con una piccola luce per cominciare ad intravedere un vero e proprio universo celato proprio dall’oscurità, un mondo fragilissimo, tenuto al sicuro proprio dal buio, dal freddo, dalla paura.

E su questa soglia, la paura si trasforma e pian piano prende forma dentro il corpo, alimenta lo spirito e risveglia la nostra innata curiosità, accende la scintilla ed illumina gli occhi e l’anima.

La Terra. In passato i grandi esploratori hanno avuto da scrivere e raccontare per i secoli a venire. Esplorata in lungo ed in largo, mappata, seviziata, straziata. Mappe colorate che la rappresentano in tutte le dimensioni. Virtualmente si può girare ed analizzare a colpi di ‘click’ o semplicemente con un cellulare. I voli ininterrotti permettono in poche ore di arrivare in luoghi che fino a pochi anni fa erano visti come irraggiungibili.

I mari solcati da navi immense, saccheggiati fin nel profondo di tutti i loro beni. Bistrattati, inquinati, deturpate le coste, sfregiati i fondali, affogati di plastica, tinti di petrolio ed arricchiti di sostanze radioattive, metalli pesanti.

Molti fondali restano tutt’oggi inesplorati, troppo difficili da raggiungere, l’uomo con le sue attuali capacità non potrà arrivare ovunque (SPERIAMO).

E poi le grotte.

Qui, avvolti nella perenne oscurità, animali misteriosi hanno creato un vero e proprio ecosistema fragilissimo e nascosto. I segni del passato del mondo sono tangibili, nelle grotte sono rinchiuse tracce di storia, preistoria, geologia. Entrare in una grotta è come entrare in una macchina del tempo che ci porta in periodi ben precisi del passato del pianeta. Tutto è conservato. Bisogna però saper leggere queste antiche scritture. E senza uno studio tutto ciò risulta parecchio complicato.

Dentro le grotte c’è una ‘meteorologia’ ben precisa, movimenti, respiri, suoni. Anche le orecchie vanno allenate, e a volte non basta. Spesso è la scienza che ci deve venire incontro per percepire tutte queste sensazioni..

Aria, acqua, sovente il fango, la fanno da padrona. Il buio eterno, signore incontrastato.

L’esplorazione di nuovi ambienti e nuove cavità va a braccetto con la scienza e lo sport. La voglia di avventura, la curiosità, il saggiare i propri limiti, fisici ma soprattutto psicologici, il diventare coscienti di se stessi, imparare ad affrontare fatica e paure per rinvigorire gli animi poi spinge gli speleologi (ovvero coloro che studiano le grotte) a cercare di oltrepassare gli ostacoli che i percorsi sotterranei abbondantemente offrono.

Non è solo questo.

Ma esistono le grotte? Molte persone ci convivono letteralmente ma non sanno di averle magari proprio sotto i piedi!

Sono ormai migliaia le grotte che risultano al catasto speleologico (si, ogni grotta conosciuta ha un nome, un numero ed un rilievo!) ma nonostante in tutto il mondo ci siano gruppi attivissimi nella ricerca di nuove cavità, non c’è giorno che passa che una nuova grotta vede la luce! Ed alcuni stimano che il numero di grotte conosciute sarebbe qualcosa come il 10% delle grotte che realmente esisterebbero sul pianeta!

Notizia di questi giorni: una equipe di scienziati ha individuato sul ‘lato oscuro’ della Luna una enorme cavità di circa 50 chilometri di lunghezza e 100 metri di larghezza, che sarebbe l’ideale per ospitare la futura base lunare per l’ uomo. Insomma una nuova rinascita dell’uomo, di nuovo ospite delle grotte, anche sulla Luna (ed in un futuro ancora più lontano, su Marte).

C’è chi alle grotte si è affezionato tanto, che va a cercarle anche sui (morenti) ghiacciai. La ricerca all’interno di mulini glaciali o saloni, con possibili laghi subglaciali, ha portato i ricercatori anche a scendere negli abissi blu, dove il freddo ed il ghiaccio conservano resti del passato, tracce del presente e presagi per il futuro.

Non è però solo lo studio o la voglia di avventura che nutre gli speleologi.

Le emozioni che si possono vivere durante le escursioni, a volte anche le semplici gite post-lavoro o in luoghi ben conosciuti, le paure, l’eccitazione per la scoperta, il dubbio del ritorno… insomma, un oceano di sensazioni che possono sconvolgere ed inebriare. Forti scariche di adrenalina o percezioni lievissime, sottili pensieri, palpitazioni tenui, grasse risate e momenti goliardici, in una eccezionale mescla di sentimenti ed attimi.

Giornate memorabili ed altrettante da dimenticare.

Tutto da ricordare per noi, per chi è semplicemente curioso di sapere, per chi lo vorrà raccontare dopo di noi e per quando noi non lo potremo più raccontare, qualche pagina nel vento, ma memoria tangibile di chi il mondo continua ad amarlo e per chi vorrà trarne qualche spunto in futuro.

ITER SUB TERRAEultima modifica: 2019-07-17T22:52:08+02:00da vividistinto
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